Bend by Kivrin Wilson

Bend by Kivrin Wilson

autore:Kivrin Wilson [Kivrin Wilson]
La lingua: eng
Format: epub
Amazon: B01DXB1UVU
editore: Hope Edizioni
pubblicato: 2019-04-11T22:00:00+00:00


18

JAY

Con il Margarita di Mia in una mano e la mia birra nell’altra, è un’impresa farsi strada in mezzo ai gruppi di ospiti che si trovano a diversi livelli di ubriachezza, troppo occupati a conversare per prestare attenzione a quello che succede intorno a loro. Comunque riesco a farcela senza versare le bevande addosso a me o a qualcun altro.

Trovo Mia esattamente dove aveva detto che sarebbe stata, al bordo della pista da ballo con suo padre e un tizio che non ho mai visto prima. Mentre mi avvicino, non mi notano; Mia mi dà le spalle e l’attenzione di suo padre è tutta su di lei. E lui non sembra felice. Proprio per niente.

Oh, merda.

L’ho già vista quell’espressione sul viso di Franklin Waters: è un misto tra il disgusto e il disappunto e ce l’ha quando la sua secondogenita è così sfrontata con lui, che sembra fargli venire voglia di picchiarla con la cintura.

Non appena Frank si accorge di me, sembra davvero felice di vedermi ed è forse la prima volta che accade.

«Jay!» tuona, spalancando il braccio per darmi il benvenuto. Come va a medicina d’urgenza?»

Eh sì, negli ultimi tempi mi saluta in questo modo e, dato che non ci siamo incontrati, prima, a casa sua, mi toccherà sorbirmelo adesso. Gli piace fare dei commenti riguardo alla mia specializzazione, del tipo: che non è vera medicina; che i medici del pronto soccorso sono fondamentalmente infermieri di triage glorificati e bla, bla, bla. Ed è davvero bravo a far sembrare che stia più o meno scherzando.

Ho scoperto che il modo migliore di rispondere alle sue frecciatine è anticiparle.

«Sempre uguale» rispondo, mentre porgo a Mia il suo Margarita e lei mi offre un silenzioso grazie. «Prescrivo troppi antibiotici e do narcotici ai drogati.»

Frank fa una risata rozza e rumorosa e poi sorride a trentadue denti.

Oh, sì, ecco un’altra sua caratteristica: ama il sarcasmo.

«E salva delle vite e allevia dolore e sofferenza» aggiunge Mia con un’allegria che risulta un po’ forzata, mentre mi guarda sorseggiando il suo drink. Di sicuro non è entusiasta del padre in questo momento e mi chiedo cosa le abbia detto per averla fatta innervosire.

Non ho davvero bisogno che mi dia manforte, così dico: «Ma non è quello che fanno praticamente tutti i dottori?»

Frank fa uno sbuffo ironico e poi ride: «Sei troppo umile, Jay.»

«E tu lo critichi troppo» sbotta Mia.

Negli occhi di Frank passa un lampo di irritazione e, per un attimo, sembra che stia per ribattere. Poi, invece, riporta l’attenzione sul tipo che non ancora ho idea di chi sia. «Credo che voi due non siate stati presentati. Questo è l’amico di Mia, Jay Bradshaw. Jay, questo è Aaron Mitchell, io e suo padre siamo amici fin da quando eravamo bambini.»

Ci stringiamo la mano e ci salutiamo educatamente, e sono piuttosto sorpreso di vedere che l’altro uomo mi sta osservando con attenzione e con un’espressione alquanto fredda. È un bell’uomo, probabilmente più vicino ai trenta di me, e ha l’aspetto viscido e distinto di un conduttore della TV.



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